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Il sistema della spesa per consulenze
esterne da parte delle Amministrazioni pubbliche č generalizzato e riguarda
praticamente tutti i partiti: la relativa voce di spesa -nonostante i
proclami sulla riduzione dei costi della politica- č lievitata anno dopo
anno, fino a raggiungere livelli mostruosi.
Secondo uno studio del Ministero della Funzione pubblica,
nel 2003, i ministeri, gli enti locali, le universitā e gli enti parastatali
si sono avvalsi, in totale, di un vero e proprio esercito di ben 350mila
consulenti, per una spesa complessiva di quasi un miliardo di euro, che č
sicuramente aumentata negli anni successivi.
Le consulenze rappresentano il sistema elementare di
elargizione di denaro (pubblico!) ad "amici", organismi collegati
al proprio partito, gruppi clientelari, ecc., senza dover seguire le rigide
trafile delle gare di appalto o dei concorsi pubblici.
Quelli che spendono di piu' sono gli enti locali: comuni,
province e regioni distribuiscono il 48% delle consulenze esterne e impiegano
il 53% della spesa totale in materia.
Queste spese -in genere, totalmente inutili e
ingiustificate- riguardano teoricamente attivitā di studio, di ricerca e di
consulenza in senso stretto, di natura tecnica o specialistica.
Naturalmente -secondo quanto piu' volte precisato dalla
Ragioneria generale dello Stato- presupposto delle consulenze dovrebbe essere
l'inesistenza, all'interno dell'Amministrazione, di una figura idonea a
svolgere lo stesso compito (cosa difficile a verificarsi, vista la pletora di
dipendenti pubblici, di ogni genere e specializzazione).
Insomma, quello che emerge č un quadro desolante della
politica italiana, basata su logiche di sottogoverno e di malcostume
clientelare diffuso ad ogni livello.
In questa situazione, la Camera dei deputati č
perfettamente in linea: il bilancio per il 2006, che ha superato i 1000
milioni di euro , ha registrato infatti una spesa di ben 3 milioni di euro
per consulenze esterne. Eppure la Camera ha circa 2000 dipendenti, di
altissima professionalitā e con le piu' svariate specializzazioni, ed č
dotata di un prestigioso Servizio studi!
Ma anche il comune di Roma, guidato da Walter Veltroni,
non scherza, anzi fa la parte del leone con una spesa per consulenze, nel
2006, pari a 10 milioni e 584mila euro!
Una curiositā (peraltro in linea col
"veltronismo"): la lista piu' lunga dei "consulenti" č
quella dei circa cento psicologi che assistono il sindaco
nell'amministrazione di una cittā evidentemente traumatizzata.
La loro opera potrebbe ora rivelarsi assai utile a
Veltroni impegnato in ben altri psicodrammi: la nascita del partito
democratico e l'improvviso annuncio di "inciucio" con lo psiconano
Berluska...
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